Between Earth and Heaven

“Between Earth and Heaven” è l’ultimo album di Aurelio Canonici, un direttore d’orchestra e compositore di fama mondiale. Suonato da musicisti eccezionali come Paola Biondi e Debora Brunialti ai pianoforti, i tromboni del Mascoulisse Quartet, e Maurizio Ben Omar alle percussioni, “Between Earth and Heaven” è un viaggio musicale che porta l’ascoltatore in un mondo ai confini tra il sonno e la veglia, in un’esperienza onirica che mescola sapientemente minimalismo e colonna sonora, con sentori di jazz e musica contemporanea colta. Canonici ha composto sette affreschi musicali: entrare in questo magico mondo dipinto da lui è come seguire Alice di Lewis Carroll attraverso lo specchio, lungo un sentiero circondato da suoni affascinanti e incantesimi che in realtà ci permettono di intravedere quella linea sottile che collega la Terra al Cielo. La prima traccia, Possa io Essere, ci introduce a tutto l’album. Si tratta di uno dei brani più strutturati e lunghi: i suoi 8 minuti e mezzo hanno lo scopo di farci distaccare dal mondo quotidiano per lasciarlo alle nostre spalle, per essere catturati da uno stato d’animo a metà tra malinconia e sogno. Magistralmente delineato dall’intreccio inarrestabile dei pianoforti del duo Biondi e Brunialti, Possa io Essere risveglia in chi ascolta un senso di aspettativa, grazie all’impalpabile e perturbante atmosfera che lo pervade, proprio come quando ci soffermiamo in quello spazio sfocato tra il sonno e la veglia. Alla prima traccia del CD seguono Volo di Farfalle e My wind, due brani brevi ma intensi, che portano l’ascoltatore al vero nucleo dell’album: il lungo e complesso Empedocle, l’Amore e lo Sfero e l’energico Golden prayer. In quest’ultimo, i magistrali fraseggi di Biondi e Brunialti sono accompagnati dai suoni imponenti del Mascoulisse Quartet, che contribuiscono a portarci nella nostra “più profonda e oscura grotta”, nel cuore della musica che Canonici ha scritto per “Between Earth and Heaven”. Le due tracce finali poco a poco ci riportano al nostro mondo ordinario: con l’irriverente Inno Marziale e il morbido, caldo, e gioioso Girasole saliamo lentamente fuori dal sogno profondo: veniamo condotti nuovamente alla nostra vita quotidiana, con l’impressione che abbiamo davvero intrapreso un lungo viaggio, lontano là dove la Terra e il Cielo si incontrano per formare la linea visibile e tuttavia sempre irraggiungibile dell’orizzonte.
Analogy Records, Gennaio 2017